Aspettando Mario Italia-Inghilterra, inizia qui Brasile 2014. Appesi ai piedi di Balotelli (e alla sua testa). Astenersi pessimisti, anche sul resto dell’attacco. Beppe Di Corrado 14 GIU 2014
Trombati mondiali A un certo punto, prima di ogni Mondiale, arriva questo momento. Lo declini come vuoi, il tema, ma quello resta: gli esclusi. Quelli che non ci sono, quelli che non vedremo, quelli che ci mancheranno. Ora, noi ci siamo concentrati su Giuseppe Rossi: per tre giorni, la sua mancata convocazione è stata oggetto di dibattito, di chiacchiere, di certezze spacciate a ogni ora. Perché in fondo è facilissimo criticare un commissario tecnico: se va male, tutti possono alzare il dito e dire “io l’avevo detto”. Se invece va bene, nessuno si ricorda delle critiche e dei pregiudizi arrivati al momento delle convocazioni finali. Banale, ma reale: non preoccupiamoci, non siamo solo noi così. Condividiamo con il mondo intero il comune vizio di parlare di chi non c’è e il perché non c’è. Beppe Di Corrado 06 GIU 2014
L’anti Mourinho I capelli sono l’unica cosa che fa ridere di Diego Pablo Simeone. Fuori dal tempo per coprire uno spazio: li tira indietro col gel per nascondere un pezzo di calvizie che si nota lo stesso. Non è mai stato un sex symbol, Simeone. Però piace. Uno di quei personaggi che da avversario puoi detestare, poi quando smetti ammiri perché in fin dei conti l’avresti voluto nella tua squadra. Succedeva da giocatore, ora da allenatore. Il Simeonismo è una metacultura pallonara: è il prendere tutto sul serio, senza concedersi tregue e senza concederne ad altri. Non c’è ironia. Simeone piace perché non ha sovrastrutture mediatiche, o quanto meno questo è ciò che lascia capire di sé. Diceva e dice: “Nell’Inter ho giocato con Ronaldo. Beppe Di Corrado 13 APR 2014
Speciale online Semplicemente Scirea Ci sono nomi che vanno semplicemente lasciati in pace. E’ una settimana che si gira attorno a questo concetto, da quando a Torino si è scatenata la polemica tra un pezzo del tifo organizzato della Juventus e la moglie di Gaetano Scirea. Beppe Di Corrado 21 MAR 2014
To be or not to Pibe Anche la lacrima. Così pure quelli che non volevano credere che Cristiano Ronaldo fosse il vero erede di Maradona, adesso si convinceranno. Perché il pianto è proprio una cosa da Diego, dài. Il mondo s’è convinto che il successore fosse Messi per assonanza e somiglianza, per geografia e per fisionomia: basso, mancino, argentino. Facile, troppo facile. Però il calcio? Non il modo di giocare, ma quello che sta dentro e attorno al campo di pallone. Ronaldo non c’entra fisicamente con Diego, ma ne è il figlio illegittimo. Messi non avrebbe mai pianto su quel palco di Zurigo. Cristiano l’ha fatto consegnando il suo 2013 come anno di inseguimento dell’eredità di Diego. Beppe Di Corrado 19 GEN 2014
Con l’acqua alla gol E’ quando si ferma il cronometro e comincia un altro mondo. Novanta più qualcosa. Allo stadio è la lavagnetta luminosa che – tra l’altro si vede oppure no, a seconda del riflesso del sole – ti dice quanto. A casa è l’orologio di Sky o di Mediaset. Novanta più uno, due, tre, quattro, cinque. A volte pure sei. E’ l’inizio di qualcosa che parte dalla fine. Un tiro che al quinto, al ventitreesimo, al sessantaquattresimo non si prova neanche, in quello spazio temporale che fa partire il cronometro da 90, diventa possibile. Beppe Di Corrado 08 DIC 2013
I diversamente milanisti Adriano Galliani vive di calcio. Lo dicono gli altri, lo dice lui. E’ un problema e una risorsa, allo stesso tempo e a seconda della prospettiva. Perché l’esperienza si alterna sempre all’abitudine, come accade in tutte le altre cose: nella politica, nel costume, nella società, nell’economia. Le generazioni che si sovrappongono fanno esattamente come le placche della crosta terrestre: scivolano una sopra l’altra, scatenando piccoli o grandi terremoti. E’ l’inevitabile che si rinfaccia alla vita: il calcio non può sfuggire alla diatriba tra giovani e vecchi, tra innovazione e tradizione, tra novità e conservazione. Beppe Di Corrado 10 NOV 2013
Pallonari e tagliateste C’è quella scena di “Moneyball” dove Brad Pitt insegna al suo giovane assistente come si comunica a un giocatore che è stato tagliato. “Tu preferiresti un colpo alla testa o una sventagliata al petto che ti fa morire dissanguato?”. Si fa in fretta. Poche parole, senza spiegazioni, senza incartarsi. Grazie, non è stato bello. Bisogna spiegarlo a Maurizio Zamparini ed Enrico Preziosi. Sono rimasti i due presidenti che esonerano, che cacciano, che tagliano. Lo fanno al contrario. Spiegano da Adamo ed Eva il perché e il per come, in una specie di excusatio non petita costante che stride con l’immagine che entrambi vogliono dare di se stessi. Beppe Di Corrado 14 OTT 2013
Il pupone aeternus A un certo punto, c’è una voce che si alza dalla panchina della Roma: “Francescooo… Francé… Capitano… tu non correre”. Riposati un po’. Rifiata. Trentasette anni non sono troppi per giocare a pallone da numero uno, ma lo sono per sprecare energie quando sei sul 4-0. Ci sono molti modi di invecchiare sui campi di calcio. Per Totti hanno scelto quello della divinità carnale: uno che deve esserci, deve parlare, deve toccare i compagni, deve incutere paura negli avversari. Però va preservato e custodito. Devono correre gli altri, lui fa girare la palla e la squadra. Lui è il perno umano e pallonaro. Beppe Di Corrado 06 OTT 2013
Il campione espiatorio Danielino. Urla, corre, salta, esulta, urla, urla, urla. Danielino, grida Carlo Zampa dalla radio e grida dentro di sé De Rossi. Un anno e tre mesi chiusi in un tiro da 24 metri e settanta centimetri. La palla non gira neanche, va dritta in porta: ci mette due secondi giusti e si porta appresso gli insulti, le cattiverie, le dicerie, le vigliaccate, i cattivi pensieri. De Rossi è un monumento sfregiato troppe volte. Danielino. Un altro campione espiatorio costretto a portare un peso enorme: suo, dei compagni, della città, degli intoccabili. Perché c’è chi può essere insultato e chi no. A lui Roma ha dato questa croce da portarsi a spasso. Beppe Di Corrado 03 SET 2013